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Oscar Wilde visse pienamente in quella
che viene definita Età Vittoriana, dal nome della regina britannica Vittoria di
Hannover, sovrana che conferì al suo lungo regno un periodo di stabilità e
prosperità, naturalmente non privo di aspetti negativi. La Regina Victoria (1819 - 1901), figlia
del Duca di Kent, salì al trono all’età di 18 anni e riuscì a
mettere in buona luce l’immagine della monarchia con saggezza, guadagnandosi
il rispetto della popolazione con la sua vita privata: un marito che amava, il Principe Alberto, e nove figli. Il suo modello di vita era basato su
sobrietà e duro lavoro, in una parola sulla rispettabilità. Di
conseguenza il Periodo Vittoriano si basò più sull’apparenza che sui valori
spirituali, sul conformismo e spesso sull’ipocrisia. Per ciò che riguarda la
politica, l’Inghilterra visse un periodo di cambiamenti e sviluppo in tutti i
settori. In
questo periodo infatti la liberalizzazione del commercio insieme
all'ingrandimento dell'impero coloniale portò grande prosperità allo
Stato. Proprio per le condizioni favorevoli dell'economia, si diffuse l'ideologia positivista, cioè la fiducia incondizionata per il progresso
tecnico e scientifico portatori di felicità. Gli
uomini e le donne vissuti in quell'epoca imitarono l'esempio della regina
Vittoria: erano conformisti, seguivano norme di vita puritane (ad esempio
ponevano veto su argomenti come il sesso) ed erano soliti partecipare ad
associazioni di carità. Ma
sotto questa apparenza di un periodo prospero e fondato su sani principi si
nascondeva una scomoda verità. Purtroppo il progresso economico toccò solo
una piccola parte della popolazione, ossia la classe media composta da
commercianti e banchieri, mentre la maggior parte, composta
da operai e da disoccupati, versava in condizioni drammatiche. La popolazione
viveva in città sovraffollate in cui le più basilari norme igieniche non venivano rispettate. I lavoratori si trovavano con sempre maggior frequenza ad
associarsi per richiedere che fossero concessi loro maggiori diritti. Da questa
contrapposizione, tra prosperità da una parte e povertà dall'altra, nacque il
termine "Victorian Compromise". In quest'epoca di puritanesimo e commercio
d'oppio con le Indie, fra apparenze di purezza ed adulteri all'ordine del
giorno, Oscar Wilde acquistava un particolare ruolo di osservatore esterno della
realtà, commentando e parodiando il turbine d'avvenimenti che lo
sfiorava.
In quanto uomo del suo tempo, facente
parte di una società fortemente maschile, nella quale la divisione dei sessi
era fortemente accentuata, l'autore ebbe completa influenza sulla propria
moglie condizionando la vita della donna dalla moda fino alle idee.
Nonostante ciò, egli provava una profonda devozione, sia per la consorte, sia
per i due figli che ella gli donò: due eredi maschi. Sotto questo punto di
vista, egli si dimostrò impeccabile.Wilde si macchiò più d'adulterio che di
omosessualità. Infatti, all'epoca, era il tradimento cosa estremamente comune,
specialmente nella vita dispersiva e libertina delle classi aristocratiche. Per
una moglie, poco importava che l'uomo l'avesse tradita con una donna o con un
rappresentante dello stesso sesso e, comunque, l'adulterio commesso da parte
maschile doveva essere accettato dalla donna, la quale doveva impegnarsi al
fine che la cosa non creasse scompiglio in pubblico o non si ritorcesse contro il
nome della famiglia, mantenendo un rigoroso silenzio.
I risvolti per l'opinione pubblica erano poi
ben differenti. La sodomia era condannata dalla legge di vari paesi con anni di
carcere duro, basti pensare al caso del poeta francese
Verlaine, condannato per atti sodomitici dalla legislazione belga. Ciò
dipendeva essenzialmente da uno statuto fortemente condizionato dal pensiero
religioso puritano, il quale traeva energia da una rigorosa interpretazione
della parola bibilica, la quale, appunto, condannava la sodomia.
Wilde morì alla fine dell'epoca vittoriana,
ma, piuttosto che concludere un'era, è meglio asserire che egli
ne aprì una nuova, quella della nostra confusa, ipocrita, brillante modernità.
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